Non mi prendi in giro

E’ bene ribadire sin da subito che il ministro Scajola, quando va a fare proclami sul nucleare, si comporta in maniera ridicola. E’ facile dimostrare perchè.

Forse per il 2020 saranno pronte quelle centrali che Scajola dice di voler iniziare a costruire entro il 2013, quelle centrali di terza generazione che nessuno più costruisce (una sola centrale negli ultimi 30 anni costruita in Europa, in Finlandia) perchè ritentute economicamente non convenienti.

Ma se anche ammettessimo che fossero economicamente convenienti, oltre che sicure, rimarrebbe un problema insormontabile. L’Italia ha firmato l’accordo sul 20-20-20: un accordo europeo che prevede entro il 2020 l’abbattimento del 20% dei gas serra e la produzione del 20% del fabbisogno energetico nazionale da fonti rinnovabili.

Poichè dobbiamo raggiungere questi obiettivi nel 2020 per non pagare delle sanzioni, cosa ce ne facciamo di una centrale che sarà pronta solo nel 2020 (se tutto va bene ..) ? Quei soldi, che a differenza di fonti come il sole e il vento non sono infiniti, vanno investiti subito per impianti che possono dare risultati nel giro di un paio di anni, come il fotovoltaico, il solare termico, le biomasse, l’eolico. E anche la ricerca sul nucleare. Questi sarebbero investimenti seri. Non le barzellette di Scajola.

6 Responses to Non mi prendi in giro

  1. matte ha detto:

    sono fondamentalmente d’accordo. è un bene che finalmente gli argomenti contro il nucleare abbiano smesso di essere improntati al problema della sicurezza. il problema adesso è, esiste un organismo indipendente che sappia fare almeno abbozzatamente dei calcoli sulla sostenibilità economica e ambientale delle varie alternative energetiche? no, perchè in italia (come nel resto del mondo, ma senza la stessa arroganza) pensiamo di sapere solo noi la risposta. e quindi quando il governo berlusconi farà, come probabilmente farà, centrali nucleari in perdita, inceneritori straripanti, alte velocità lente, tangenziali tangentate, gli italiani strafatti saranno tutti contenti che finalmente qualcuno ha “fatto” qualcosa, lo voteranno di nuovo, e così via, via, via da questo paese.

  2. Jack Frost ha detto:

    Beh, per la verità con la strategia della sicurezza si rivincerebbe però il referendum: l’elettorato della Lega (che è proprio quello anti antenne, anti strade anti altre robe) voterebbe compatto per il no. La destra usa la strategia della paura del diverso, perchè la sinistra non usa la strategia della paura delle catastrofi ambientali per la costruzione del consenso?

  3. la Chiara ha detto:

    Forse la paura non è una grande idea.

    Ci vorrebbe cultura, cultura, cultura!

    Due giorni fa ho scoperto che Kant, non credendo nella rivoluzione, credeva proprio nell’egemonia culturale: dibattito pubblico, circolazione delle idee, diffusione della conoscenza. E la società civile seguirà.
    C’è da crederci?
    Forse sì.

    Anche perché, ragazzi, non so perché:

    ma è sicuro che ora come ora un immigrato clandestino fa più paura del disastro climatico.

    Che si fa?

  4. masaccio ha detto:

    Si fa che la cultura non cresce sugli alberi. Ha gambe e piedi. Iniziamo a costruire quelli.

  5. Tune ha detto:

    Somehow i missed the point. Probably lost in translation 🙂 Anyway … nice blog to visit.

    cheers, Tune.

  6. […] Perfetto esempio di come fare gli interessi di qualcuno, contro gli interessi della maggioranza dei cittadini. Sulla bufala del nucleare avevo già detto qualcosa qui. […]

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