Problemi di miopia


Al G8 si parla di ambiente, ma non si prendono decisioni storiche perchè Cina e India sotengono che ora tocca a loro inquinare.

A poco è servita la protesta di Greenpeace, che ha occupato 4 centrali a carbone sparse sul territorio italiano.
Ciò che però mi induce a qualche riflessione è la protesta seguente degli operai delle centrali, come reazione al blitz dell’associazione ambientalista.

Ecco, a quegli operai vorrei dire un paio di cose.
Prima di tutto: si risaparmino lo slogan “andate a lavorare”. Non tanto perchè i ragazzi di Greenpeace stanno lavorando, dato che quelle azioni così rischiose di solito vengono fatte da professionisti, quanto perchè quello che stanno facendo è una cosa utile e importante per tutti, anche per gli operai che protestano contro. (Tralasciamo il disdicevole pregiudizio che solo chi fa qualcosa lavorando può fare del bene, chi lo fa per passione invece sbaglia, sempre).
Secondo: gli operai potrebbero anche riflettere un attimo sull’azione di Greenpeace, prima di rispondere a casaccio. Sugli striscioni infatti c’è scritto “Green job” ovvero lavori verdi: ovvero usciamo dalla crisi riconveretendo l’economia verso le energie rinnovabili e il rispetto dell’ambiente. Quindi più lavoro, non meno lavoro. Chissà cosa volevano dire invece alzando lo striscione dell’Enel con scritto “100% carbone pulito”. Sorvoliamo sull’ossimoro carbone pulito, degno di una poesia del Petrarca. A me vedere gli operai, che acriticamente, prendono le difese di quello che una volta si chiamava padrone, fa un po’ riflettere. Dov’è l’autonomia, dov’è l’indipendenza, dov’è la riflessione? Sembrano tanto i crumiri descritti in Cara moglie dal qui compianto Della Mea.

C’è poi l’aspetto della salute. Non si chiedono questi lavoratori se sia meglio lavorare in una centrale a carbone o in una centrale eolica, o fotovoltaica? E’ una cosa ininfluente questa?
E infine: è possibile che questi signori non desiderino per i loro figli un bel parco dove giocare, lontano dal’inquinamento e dalle malattie?
Dove vogliono fare giocare i loro figli, sotto una ciminiera? E’ questo il futuro che vorrebbero?

8 Responses to Problemi di miopia

  1. isaroseisarose ha detto:

    L’egemonia è culturale, cazzarola.

  2. Jack Frost ha detto:

    Miopia? Questi discorsi mi indispongono. In tempi in cui le tasche sono sfondate e la pancia si riempie a fatica è comprensibile che ci si senta minacciati. E per me il posto di lavoro di persone che si divertono poco per portare a casa una pagnotta viene prima di qualsiasi problema ecologico.
    Se si riesce a salvaguardare il lavoro e l’ambiente contemporaneamente, bene. Altrimenti la sopravvivenza e minima dignità delle persone ha la priorità su tutto.

  3. Lucia ha detto:

    Per quanto riguarda gli operai sono d’accordo con Jack Frost: lo sdegno dei lavoratori è più che giustificato e lo è ancora di più in situazioni come questa. Perché parli di “ossimoro” rispetto al carbone pulito? Credo che ci sia molta disinformazione sull’argomento. Mi sembra che si proceda un po’ per partito preso, senza chiedersi, magari, com’è che l’Unione Europea ha finanziato con 100 milioni di euro la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica a Porto Tolle? Sempre impantanati nel voler fare opposizione, non si guarda mai avanti… e qui ci sono a rischio anche posti di lavoro. è ridicolo!

  4. Nemecsek ha detto:

    Il punto è che non bisogna essere costretti a scegliere: o si salva l’ambiente o il posto di lavoro. Non è così, o meglio non deve per forza essere così. Esistono i modi per salvare l’uno e l’altro. Basta la volontà politica di farlo.

  5. lussu ha detto:

    Davide e Lucia, il punto l’ha detto Nemecsek: perchè lavoro e ambiente devono essere in contraddizione? In America stanno cercando di uscire dalla crisi puntando sull’ambiente. Noi invece torniamo al carbone.
    Carbone pulito? Si vabbè anche il governo italiano ha dato ecoincentivi agli inceneritori.
    In ogni caso il carbone pulito emette ancora troppa co2, il vero problema dei cambiamenti climatici oggi.
    Per cui meglio il carbone pulito del carbone, vabbè, ma ancora meglio sole vento maree ecc. ecc. O no?

    Sugli operai che poveretti sono in crisi perfavore non facciamo demagogia.
    Quando poi difendono una delle multinazionali inserita nel mondo capitalista che ha creato questa crisi poi…
    Evidentemente nessuno è contento di vedere la gente licenziata (e nessuno chiede questo, si chiede infatti la riconversione delle nostre centrali elettriche), ma se stiamo meno sul superficiale bisogna ammettere che:
    l’inquinamento fa male: ovvero uno si ammala, va all’ospedale per curarsi, spende soldi lui e la comunità. Non bene,
    i cambiamenti climatici stanno già ad oggi creando profughi ambientali e povertà nei paesi del terzo mondo. Una volta gli operai erano internaziolisti. Oggi?
    (così poi gli stranieri vengono da noi e poi possiamo dire che ci sono problemi di sciurezza. Due piccioni con una fava)
    Possiamo anche continaure a inquinare: poi forse il mais prodotto sotto le ciminiere di Porto Tolle sarà dell’ottimo foraggio per le vacche che producono il latte che ci beviamo la mattina. Salute.

    Ecco, lavoro per tutti nel rispetto di tutto. Degli operai che lavorono, della gente di Porto Tolle, e del contadino del terzo mondo che sta pagando per le nostre colpe.
    Questa è la priorità questo è il futuro.

    Ecco, sentirmi dire che sono io che non guardo avanti da chi mi propone la fonte energetiche con cui nel ‘700 gli ingelesi hanno fatto la prima rivoluzione industriale..

  6. Lorenzo ha detto:

    Caro Jack Frost, pensare che la sopravvivenza e la dignità delle persone passino attraverso gli striscioni “andate a lavorare” è uno dei più colossali errori che si possano commettere.
    Se concordo con te che, in tempi di difficoltà, si ragioni in modo miope e pensando a portare a casa la pagnotta, anche se avvelenata, dire che questo modo di agire sia utile e legittimo significa avvallare in pieno anche i decreti sicurezza, i piani di “sviluppo” della Regione, l’urbanistica folle, la preferenza ai residenti negli asili, e quant’altro ti venga in mente sulla falsariga: tutte cose che danno risposte immediate al lavoratore in crisi (l’asilo se lo beccano i tuoi figli, con buona pace dell’immigrato che magari si fa un mazzo tanto pure lui), ma totalmente aberranti.

    Il peggio è che i suddetti operai pensano davvero che greenpeace (a ci aggiungo pure: le associazioni giovanili, la gente che vota a sinistra del PD, i dipendenti della pubblica amministrazione, ecc.) siano degli sfaticati da eliminare.
    Poco importa se il modello di sviluppo che contrastano è lo stesso che sta riducendo alla fame le aziende agricole, cementificando, e via così.
    Salvo poi lamentarsi quando gli effetti indesiderati li toccano direttamente.

  7. masaccio ha detto:

    Completamente d’accordo con Lorenzo: il comportamento degli operai è pienamente comprensibile e giustificabile, ma resta clamorosamente sbagliato.
    Difendere con le unghie e con i denti il sistema che sfrutta e distrugge lavoro e ambiente, assumendo la mentalità e gli interessi percepiti del padrone, è una reazione quasi fisiologica, di questi tempi, ma resta un pessimo segnale.
    Negli anni ’70, quando gli operai italiani erano convinti di una classe, portatrice di interessi collettivi e socialmente centrali, tanto da rappresentare l’interesse generale, facevano gli scioperi contro la produzione di armi, chiedendo che l’industria bellica venisse riconvertita verso una produzione socialmente utile.
    Questo avveniva perché la coscienza di classe rendeva i lavoratori responsabili della direzione stessa della produzione, e non semplici meccanismi.
    Ora, dopo 30 anni in cui si è ripetuta la puttanta della “fine della classe operaia”, complice anche la sinistra, sia nella parte più moderata (che da decenni chiede ai lavoratori di chinare la testa in segno di pacificazione con un capitale che invece non ha mai smesso di combattere la lotta di classe) sia in quella più radicale (che ha dato l’impressione che l’Afghanistan e i diritti civili fossero le uniche preoccupazioni), ci si stupisce perché i lavoratori italiani non sono capaci di un’elaborazione autonoma e critica sulla produzione e si sottomettono e gli interessi del padrone?
    Ma non è quello che chiediamo loro di fare, da 30 anni?

  8. […] e greenworkers Rispetto alle proteste operaie nei confronti di Greenpeace di qualche giorno fa, l’associazione ambientalista fa sapere che le cose sono andate in maniera un po’ […]

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