L’iperPorcellum degli antiPorcellum

L’opinione pubblica, si sa, è strana. Volatile, artificiosa, tutt’altro che razionale. Da qualche anno, per esempio, va di moda stracciarsi le vesti contro l’attuale legge elettorale (il cosiddetto Porcellum) perché non prevede il voto di preferenza e quindi permette agli elettori di scegliere tra diversi partiti ma non tra diverse persone all’interno dello stesso partito, perché le liste sono bloccate.

Quando sento qualcuno lamentarsi del fatto che “ci hanno tolto la preferenza”, faccio sempre una domanda: “Quando è successo?”
Tutti mi rispondono: “Nel 2006, con il Porcellum”, e cadono dalle nuvole quando ribatto: “No, guarda che le preferenze in Italia sono state abolite nel 1993”. Lo stupore si tramuta presto in indignazione: “Ma no, non è vero, è il Porcellum, mi stai prendendo in giro”.
Di solito al mio interlocutore crolla il mondo addosso quando gli ricordo che tra il 1993 e il 2006 è stata in vigore in Italia la legge elettorale cosiddetta Mattarellum, che prevedeva il 25% di proporzionale (senza preferenza, a lista bloccata) e il 75% di maggioritario uninominale: un sistema in cui l’elettore, ben lungi dal poter scegliere chi preferisce all’interno di un partito, non può neanche più scegliere il partito, ma è costretto ad adeguarsi all’unico candidato che il fronte democratico gli mette davanti, sia egli Franco Turigliatto o Paola Binetti.

Questa volatilità e questa scarsa memoria sono abilmente sfruttate dai sostenitori del comitato refendario “Firmo, voto, scelgo”, per l’abolizione del Porcellum e il ritorno al Mattarellum.
La comunicazione di questa campagna, infatti, è tutta centrata sulla denuncia di un deficit di democrazia nell’attuale legge elettorale, a causa della mancanza del voto di preferenza: Tutte le parole d’ordine nell’home page sono su questo tono:

riparte la democrazia

ri-eleggiamo il Parlamento

contro il Parlamento dei nominati

PREPOTENZA: 5 capipartito con poche decine di capicorrente scelgono 945 parlamentari, senza che i cittadini possano dire nulla.

Insomma: si fa leva sull’indignazione popolare legata al fatto che agli elettori sia permesso di scegliere il partito ma non la persona all’interno del partito. Legittimo. Ma cosa si propone?
Si propone di ritornare al Mattarellum. Un sistema che, come si diceva prima, è fatto per il 25% di un proporzionale a liste bloccate (e quindi assolutamente identico all’attuale Porcellum, tranne che per il premio di maggioranza) e per il 75% di un maggioritario uninominale a turno unico.

Per chi non se lo ricorda, quando c’era questa legge, funzionava così: per ogni collegio si eleggeva un solo parlamentare, cioè il più votato, anche con un solo voto di scarto. Ovviamente, per avere la possibilità di eleggere qualcuno, i partiti erano costretti a presentarsi in coalizioni (proprie le vaste coalizioni eterogenee che i sostenitori del bipolarismo maggioritario dicevano di aborrire), in modo da poter raggiungere la maggioranza. Quindi, i segretari dei partiti di centrosinistra si riunivano in una stanza a Roma e si spartivano i collegi: il tuo lo candidiamo lì, il mio qui, ecc.
Con il risultato che agli elettori non veniva presentata alcuna scelta: qualsiasi candidato il centrosinistra presentasse, se non volevi che vincesse la destra, eri costretto a votarlo.
Io stesso, nel 2001, quando votai per la prima volta, pur sostenendo Rifondazione Comunista al proporzionale, fui costretto a votare, nella quota maggioritaria, un anonimo democristiano della Margherita (che ovviamente fu sonoramente sconfitto dal leghista di turno), scelto dalle segreterie nazionali.

Insomma: altro che abolire il Porcellum, qui ci stanno prospettando un ritorno all’iperPorcellum: con l’attuale legge elettorale (che non mi piace, eh, intendiamoci) non posso scegliere il candidato che voglio all’interno di un partito, però almeno posso scegliere il partito. Se il Pd candida solo riciclati, posso punirlo votando Idv, Sel, Federazione della Sinistra, o che cazzo ne so. Posso valutare i diversi programmi e fare una mia scelta. Se vincesse il referendum, invece, mi sarebbe tolta ogni scelta: non vuoi che vinca Berlusconi? Bene, vota l’altro, chiunque sia. Che sia Paola Binetti o Franco Turigliatto.

Del resto, sostenere il maggioritario in nome della libertà di scelta dell’individuo è una truffa tale che nessuno ci aveva mai provato. Ci sono tanti argomenti in favore del maggioritario: incentiva i partiti a mettersi d’accordo per formare coalizioni, riduce la frammentazione, garantisce la stabilità dei governi… Tutti elementi che non condivido ma che hanno senso, e che costituiscono storicamente il repertorio argomentativo dei sostenitori del maggioritario in campo accademico e politico.
Nessuno si è mai sognato di dire: “torniamo al maggioritario e avrai più libertà di scelta”, perché, semplicemente, non è vero.

Quello che stanno portando avanti non solo gli storici sostenitori del maggioritario (cioè la destra e il centro liberale), ma anche brave persone come Pippo Civati, e persino uno che ha passato tutta la sua vita a sostenere il proporzionale come Nichi Vendola (cosa non si fa per un posticino alle primarie), è semplicemente un falso clamoroso: con il maggioritario la scelta degli elettori verrebbe ulteriormente ridotta. Dall’attuale Porcellum, in cui possiamo scegliere il partito ma non la persona all’interno del partito, passeremmo a un iperPorcellum, in cui non potremmo scegliere né il partito né la persona.

Ma quindi ci dobbiamo tenere il Porcellum? Assolutamente no. Era stato proposto un altro referendum, qualche settimana fa, che proponeva l’abolizione delle due schifezze più grosse dell’attuale legge: le liste bloccate, che impediscono di scegliere un candidato all’interno di partito, e il premio di maggioranza, che garantisce automaticamente la maggioranza assoluta alla coalizione più grossa, anche se in realtà elettoralmente pesa molto meno.
Si sarebbe trattato, in pratica, di tornare a un proporzionale puro. Un’iniziativa che (anche se personalmente la condividevo) era assolutamente discubile, capiamoci: c’è sempre chi preferisce il maggioritario perché il bipolarismo, la governabilità, ecc. Ma senza dubbio, se il tema del contendere fosse quello segnalato, cioè abolire il Porcellum per permettere ai cittadini di tornare a scegliere liberamente i propri rappresentanti in Parlamento, quello sarebbe stato lo strumento perfetto per raggiungere l’obiettivo: ai cittadini sarebbe stata data la possibilità di scegliere il partito che volevano e la persona che volevano all’interno di quel partito.

Ma quest’ipotesi, radicalmente democratica, sarebbe pericolosissima per gli attuali equilibri politici italiani, basati sul tentativo di imporre forzosamente il bipartitismo concordato da Veltroni e Berlusconi nel 2008. Se tornasse il proporzionale, il Pd potrebbe tornare ad avere concorrenza a sinistra. Ed avendo quel partito da tempo rinunciato a conquistare il consenso degli elettori, per limitarsi a mettere fuorilegge i suoi concorrenti sperando di obbligare gli elettori a votarlo (metodo: “Se fossi l’ultimo uomo sulla terra, mi ameresti?”), è chiaro come la priorità sia mantenere il quadro politico, anche se ciò significa non restituire la libertà di scelta agli elettori. Per questo i promotori di quel referendum sono stati costretti a ritirarsi, e ora ci troviamo con la prospettiva di passare dal Porcellum all’iperPorcellum.

Ecco, insomma, tutto questo per dire che è un peccato che tante brave persone stiano raccontando balle clamorose agli elettori. E che vorrei che anche la propaganda referendaria potesse essere chiamata a giudizio per pubblicità ingannevole: questa roba non se la caverebbe di sicuro.

8 Responses to L’iperPorcellum degli antiPorcellum

  1. lorenzo ha detto:

    Vogliamo pure andare al nocciolo della questione?
    Chi sostiene che “ridare la libertà di scelta nella lista” voglia dire “emanciparsi dal partito” o non ha presente neanche da lontano quali sono i meccanismi di selezione interni ai partiti, specie quelli grossi, o se li ha presente mente sapendo di mentire.

    Di fatto la carriera, anche come tappabuchi, è primariamente spianata per gli yes-man, con buona pace degli altri.
    Ogni riferimento al Massimo B. di turno è puramente casuale…

    Per cui se i promotori dei referendum si svegliassero un attimo, s’accorgerebbero che a poco serve la preferenza, quando invece si dovrebbe chiedersi, piuttosto, come rendere accessibili le cariche pubbliche anche a chi non ha fondi milionari (direttamente o indirettamente: Grillo lo considero uno con fondi milionari, anche se magari ufficialmente la lista spende poco), se si vuol fare qualcosa.

  2. Giuseppe Civati ha detto:

    E però io associo le primarie per scegliere il candidato di collegio, al referendum. Seguici su Prossimaitalia.it e lo potrai verificare.
    Perché il Porcellum si supera così, o non si supera.

  3. masaccio ha detto:

    Le primarie si possono fare con qualsiasi legge elettorale. Serve il maggioritario per fare le primarie?

  4. Alberto ha detto:

    se si intende il maggioritario come metodo migliore per la governabilità, forse le primarie sono una soluzione almeno per la scelta delle persone. Ma, chiedo sinceramente: le primarie sono un buon metodo per evitare il voto di scambio? Forse sì, visto che il controllo sarebbe un po’ maggiore, con una “doppia” campagna elettorale: se alle primarie uno viene accusato di voto di scambio poi la paga alle elezioni.

  5. […] più volte da Vendola, alla raccolta firme per l’abrogazione della attuale legge elettorale. Qui è stato spiegato il perchè questo referendum possa essere considerato una truffa, e il fatto che […]

  6. Antonella ha detto:

    Ciao complimenti! mi è servita molta la tua spiegazione del perchè non si deve firmare e noi di rifondazione non firmiamo. Ma ti puoi firmare? chi sei? Antonella

  7. Giancarlo ha detto:

    Personalmente penso che i danni fatti dai governi eletti dopo il passaggio al “maggioritario” siano stati profondi e purtroppo irreversibili. Chi è al governo si è infatti sentito, grazie al vergognoso premio di maggioranza o un “unto dal signore” o un “crociato – salvatore della patria”. Infatti da subito è partito ad un attacco senza precedenti alla Carta Costituzionale e ai diritti lì sanciti. Del resto, perchè stupirsi? Queste categorie di persone si sono storicamente sempre dimostrate deleterie e pestilenziali.
    Purtroppo il referendum Passigli è stato subito bloccato ed affossato e addirittura lo stesso Passigli ora invita a firmare per il referendum Parisi.
    Detto questo, rimane comunque il “che fare” ed io a questo punto entro in crisi …

  8. Antonella ha detto:

    No io non entro in crisi Giancarlo, Passigli é del PD, un suo ex senatore, ha ricevuto un “ordine di scuderia”.
    Il PD ha agito scorrettamente non ritirando il Referendum Parisi.

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