Della pavidità

settembre 22, 2011

Fra tutte le stranezze che emergono dalla raccolta firme contro il Porcellum, ce n’è una che conquista facilmente il primo posto. E più che stranezza, andrebbe chiamata col suo vero nome: ammissione di pavidità. Si tratta della partecipazione di SEL, ostentata più volte da Vendola, alla raccolta firme per l’abrogazione della attuale legge elettorale. Qui è stato spiegato il perchè questo referendum possa essere considerato una truffa. Il fatto che un partito come SEL, per sua natura filoproporzionale, si schieri in favore del ritorno al Mattarellum, risuona a chi perde tempo con queste cose quantomai strano.

In realtà il discorso è semplice. SEL è un partito che nella sua breve storia, a livello nazionale, vale il 3,1%. Questo, volenti o nolenti è l’unico dato oggettivo. A questo punto si capisce come a Vendola risulti più facile andare a trattare, in un sistema maggioritario, i posti che gli spetterebbero secondo i sondaggi attuali. Vale a dire fra il 6 e l’8%. Addiriuttura 9, se fosse particolarmente bravo a trattare. Il che vorrebbe dire, in caso di probabile vittoria del centrosinistra alle prossime elezioni, circa un centinaio di parlamentari garantiti a tavolino. Insomma, benchè SEL potrebbe puntare a sfondare il 10%, visto anche un PD così debole, preferisce  ottenere il massimo del risultato con il minimo sforzo grazie al Mattarellum. Se poi il referendum non venisse accettato, o non passasse, SEL farebbe comunque la figura di quelli che hanno provato a cancellare la legge porcata, mantenendo i privilegi che il proporzionale concede ai piccoli partiti.

Tutto chiaro, no?


L’iperPorcellum degli antiPorcellum

settembre 4, 2011

L’opinione pubblica, si sa, è strana. Volatile, artificiosa, tutt’altro che razionale. Da qualche anno, per esempio, va di moda stracciarsi le vesti contro l’attuale legge elettorale (il cosiddetto Porcellum) perché non prevede il voto di preferenza e quindi permette agli elettori di scegliere tra diversi partiti ma non tra diverse persone all’interno dello stesso partito, perché le liste sono bloccate.

Quando sento qualcuno lamentarsi del fatto che “ci hanno tolto la preferenza”, faccio sempre una domanda: “Quando è successo?”
Tutti mi rispondono: “Nel 2006, con il Porcellum”, e cadono dalle nuvole quando ribatto: “No, guarda che le preferenze in Italia sono state abolite nel 1993”. Lo stupore si tramuta presto in indignazione: “Ma no, non è vero, è il Porcellum, mi stai prendendo in giro”. Leggi il seguito di questo post »


Come siamo messi

febbraio 13, 2010

Non so se, in questo manifesto, sia più triste la dicitura “P.S.I.” dentro il simbolo, la gigantografia (con tanto di nome nel simbolo) di uno che non è neanche candidato, o la pubblicazione di un indirizzo web senza neanche averlo registrato…

Oh, per carità, lo sfacelo è generale, eh. Questi altri non hanno neanche un sito nazionale…


Vendola ha perso (purtroppo)

gennaio 26, 2010

Sono molto contento del risultato delle primarie in Puglia. Nonostante la mia nota antipatia per Nicola Vendola detto Nichi, risalente a ben prima dellla scissione di Rifondazione e dovuta soprattutto alla mia assoluta intolleranza nei confronti di chi nasconde la politica, le idee e la chiarezza delle argomentazioni dietro uno spesso strato di suggestioni linguistiche ambigue e fumose, ritengo che  l’operazione tentata contro di lui dal Pd fosse ingiusta, insensata e tendenzialmente suicida. Leggi il seguito di questo post »


Zion libera

ottobre 17, 2008

Questo è un post sulla vicenda di Liberazione, che è piuttosto complessa, perché riguarda insieme il ruolo della stampa di partito, l’autonomia di un giornale dal suo editore, le conseguenze dei tagli all’editoria cooperativa.
Per districare la matassa e scansare ogni equivoco, parto da due premesse. La prima è l’assoluta, totale e incondizionata solidarietà ai giornalisti e ai poligrafici di Liberazione, onesti lavoratori che fanno il proprio mestiere (chi meglio chi peggio, ma a questo arriverò con calma) e che una legge consapevolmente punitiva vorrebbe mandare in mezzo a una strada. Sto dalla loro parte, se ci sarà da manifestare lo farò, e aggiungo un pensiero anche ai collaboratori, categoria sempre dimenticata, tra i quali ho appena scoperto esserci anche un mio conoscente. La seconda premessa è che non ho alcuna stima di Piero Sansonetti come persona, come politico e come giornalista. Lo trovo una persona ben poco coerente, che dall’Unità passa a Liberazione come se niente fosse, al miglior offerente; un politico dannoso per la propria parte, emblema della sinistra salottiera e parolaia, che va in tv a esibire i suoi capelli unti e il suo gusto per il paradosso banale, facendo sembrare il più impresentabile degli interlocutori leghisti un fulgido esempio di concretezza e rigore; un giornalista un po’ scarso, sempre a seguire la moda del momento (da Obama in giù) ma sempre un passo più indietro rispetto agli altri, senza mai uno scatto di originalità.
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Una vacanza anche per Ferrero?

agosto 1, 2008

A me era sembrato evidente che Paolo Ferrero, volesse umiliare Vendola e la metà del partito che il governatore pugliese si porta dietro, decidendo così di spaccare per sempre a metà il PRC nel momento che ha deciso di candidarsi a segretario dopo aver vinto politicamente il congresso, anzi proprio sfruttando la vittoria politica. Se qualcuno dubitava che le cose stessero effettivamente così, a togliere ogni dubbio ci ha pensato Ferrero stesso, scegliendo come luogo della prima uscita l’ILVA di Traranto, e decidendo di non avvertire né il presidente della regione, che guarda caso è l’unico del suo partito, ma purtroppo è Vendola, né il segretario regionale che è vendoliano. Se non proprio una resa dei conti, questo è almeno un grosso sgarbo e sfido chiunque a dire che non è così. Se a Ferrero fosse importato dell’unità del partito probabilmente avrebbe concordato un’uscita con Vendola e invece va a casa del rivale senza nemmeno avvertirlo.

Ora, non per fare quello che l’aveva detto, ma c’è un altro episodio che mi rende sempre più convinto della mia posizione. L’atteggiamento del PRC milanese, ferreriano, rispetto alla giunta Penati, una delle giunte di centrosinistra, diciamo, più “centriste” dimostra che forse avevo ragione quando dicevo queste cose: ovvero tutti pronti a fare la battaglia per il comunismo a parole, ma quando si parla di assessorati la situazione cambia.

Intendiamoci: mi va benissimo che ci siano un rifondaroli nelle giunte col PD: ma non se hanno appena votato un segretario che dice “Mai col PD!”.

Ora loro però torneranno nella società. Mi fa strano però perché quasi tutte le persone con cui parlo, che non sono iscritte a partiti, ma che magari hanno sempre votato per partiti della sinistra arcobaleno, quasi tutti avrebbero voluto Vendola segretario. La società chiedeva una cosa al partito, il partito non ha ascoltato e subito dopo si fa bello dicendo: andiamo ad ascoltare la società.

p.s. Nei prossimi giorni avrò un po’ di difficoltà di accesso a internet, ma prima o poi risponderò.


La nuova Unione

luglio 27, 2008

Il compagno Ferrero, pur di sconfiggere Vendola, è riuscito a mettere insieme realtà poltiche così diverse fra loro, che al confronto l’Unione di Prodi era un esempio di centralismo democratico. La Falce e il Martello ringraziano.


Ripartenza o contropiede?

luglio 25, 2008

Non sono mai stato iscritto a un partito, semplicemente perché ho sempre fatto altro (movimento e sindacato), ma mi sono sempre sentito comunista, e ho sempre seguito da vicino le attività di Prc e Pdci, gli unici partiti che ho votato nella mia vita, gli unici i cui militanti ho sempre visto dalla mia stessa parte, da Genova in poi.
Per questo è inevitabile che mi interessi al congresso di Rifondazione. Anche perché è chiaro che le indicazioni che usciranno da Chianciano saranno quelle intorno alle quali si dovranno schierare anche gli altri soggetti della variegata stracciatella della sinistra più o meno comunista, più o meno radicale, più o meno alternativa.
Cerco di interessarmene al netto dei concorsi di bellezza tra i leader e soprattutto al netto delle caricature conservatori vs innovatori che la stampa borghese ha costruito. Far passare per veterocomunista l’estensore delle tesi congressuali con cui Bertinotti rompeva con il comunismo tradizionale, cioè Paolo Ferrero, mi sembra ridicolo.

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