Avere 150 anni e farsi un regalo

marzo 16, 2011

Ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare: il Flaminio zittirsi con uno “Shhh!” collettivo prima di un calcio di Mirco Bergamasco, Castrogiovanni trovarsi all’ala e tentare addirittura uno scatto, Masi volare, l’inno nazionale cantato in coro spontaneamente da qualche migliaio di italiani, in gran parte veneti, Parisse alzare un trofeo consegnatogli da Anita Garibaldi. W l’unità d’Italia, w i francesi che s’incazzano, w il 6 Nazioni!

P.S.
E il mio socio non è voluto venire…


Stati di preagitazione

febbraio 6, 2010

A qualche ora dal calcio di inizio, Malingut inizia ad essere un po’ teso per questo 6 nazioni 2010.

Ps: non so perchè non riesco a caricare il video, lo trovate qui


Chiuso per appuntamento con la storia

novembre 13, 2009

Domani i due tenutari, con un altro po’ di gente, staranno lontani dal pc, per cui potrebbe cadere il governo, ma non ci sarà nessun post. Insomma, abbiamo un certo appuntamento alle 15, a Milano, zona San Siro. Un appuntamento con la storia del rugby e dello sport: Italia – Nuova Zelanda. D’accordo, non è la prima volta che la Nuova Zelanda gioca in Italia, e anzi questa volta, la Nuova Zelanda ha una formazione parecchio rimaneggiata. Però sono sempre loro, quelli che vestono di nero perchè sono in lutto per te, perchè sanno già che ti massacreranno. Ma soprattutto ci sarà un piccolo particolare: ci saranno 80.00o persone. 80.000 persone sono tante per il calcio, figuriamoci per il rugby, e non solo in Italia. L’evento è attesissimo, i biglietti sono finiti da settimane, noi li abbiamo comprati così tanto tempo fa che nel frattempo avrebbe potuto scoppiare la guerra atomica.

La giornata di domani sarà divisa in due, una prima parte, di cui si conosce già la storia, e una seconda ad oggi incognita. E non è epica, questo, è quello che sarà. La prima parte sarà quella del prepartita, dove felici si va verso lo stadio bevendo birra. Poi quando lo stadio sarà pieno si inizerà con gli inni: prima quello neozelandese e confido che la nobiltà del rugby farà ascoltare in silenzio l’inno avversario a uno stadio abituato a standard calcistici. Sarà poi la volta di Fratelli d’Italia. Gli azzurri saranno abbracciati e lo canteranno come gladiatori. Poi dovranno dimettersi di fronte ai tutti neri a guardare la Haka. Quando nel 2007, ai mondiali, diedero la schiena alla danza maori, quelli si arrabbiarono. E tanto. Dovranno essere carichi per la haka. Il pubblico lo sa e canterà l’inno italiano con una forza mai sentita. Poi le due squadre si metteranno una di fronte all’altra e gli All Blacks sceglieranno una delle due haka, o quella storica, o quella nuova, più cattiva, con il gesto del taglio alla gola finale.

E da qui non si saprà più cosa succedera. Se il pubblico di San Siro non verrà travolto da questa danza, dovrà mettersi a urlare. E forte, tanto forte. Per spingere la mischia tuttanera anche le onde sonore possono dare una mano ai nostri.

PS Le mete del video son tutte sensazionli. Però ho visto della genialità in quella al minuto 3:35


Un paio di leggende metropolitane da sfatare

agosto 26, 2009

cardiff.leicester

Come dimostra la foto uno dei due tenutari l’altro giorno, dato che passava da quelle parti, è andato a vedersi la partita amichevole Cardiff Blues – Leicester Tigers, per la cronaca finita 5 a 14 per gli inglesi (non si riesce a vedere ma il pilone destro dei tigers, la squadra di destra, è il nostro Castrogiovanni).

Ebbene ho da sfatare due leggende metropolitane.

Primo. Il terzo tempo non c’è stato. Già mi immaginavo di bermi una pinta con Castro, e invece a fine partita tutti verso casa. Certo, qualcuno nei pub di Cardiff con la maglietta dopo la partita si trovava, ma certamente, forse perchè si trattava di un’amichevole, non si può parlare di terzo tempo. L’asserzione: “In Galles il terzo tempo si fa dopo ogni partita” è dunque falsa.

Secondo. Spesso sentiamo dire che in Italia siamo troppo abituati al calcio e quindi fischiamo anche nel rugby, ma che nel Regno unito questo non accade. E invece no. Non che ci sia stata l’ostilità del pubblico, ma un paio di fischiate Leicester e qualcosina anche l’arbitro se le sono prese. Nulla di paragonabile al calcio, sia chiaro, nemmeno lontanamente. Però ecco, non idealizziamo troppo, che poi ci convinciamo che loro sono più forti e vincono sempre loro. Invece accadeva che entrambe le squadre ogni tanto perdevano la palla in maniera così goffa che sembravano l’Italia…


Galeotto fu il rugby/2

luglio 21, 2009

Torno sull’argomento già affrontato qui, perchè gli animi si stanno scaldando e a qualche giorno di distanza si capisce meglio la questione. Che i voti del Veneto erano 10 ma Treviso ha ottenuto 9 voti è un fatto. Almeno un veneto che non ha votato Treviso c’è stato, e forse più di uno.

Il dato rimane però lo stesso: possiamo discutere di chi siano le colpe ma che una squadra veneta non sia un Celtic League rimane uno scandalo. E non centra nulla, come si sostiene qui, che Treviso non sarebbe stato rappresentativo di tutto il Veneto. Il problema è che la regione d’Italia in cui il rugby esiste davvero come sport radicato non ha nemmeno un’espressione nel rugby che conta.

Non è normale. Per niente. E mi smentisco: forse ha ragione Masaccio nei commenti del precedento post, che per la Lega questo sarà un cavallo di battaglia (a parte certe uscite, tipo Gobbo sulla lega dei cimbri) e non una sconfitta . L’assegnazione a Roma della Celtic League è evidentemente frutto di accordi politici e dato che la Lega è nata contro queste cose, saprà ben montare un casino su questo.

Anche perchè proprio non capisco, ora che ci rifletto a due giorni di distanza, per quale motivo Roma ha superato Treviso.

Treviso è più forte? E allora in Celtic League ci va Treviso, è così banale che a discuterci sopra troppo può diventare anche fuorviante.

Un’ultima cosa, forse di Fantapolitica. La propsta di Roma potrebbe essere stata figlia di una strategia: offrire Roma per tentare un’ultima disperata chance per far assegnare i mondiali all’Italia, che si stanno dirigendo verso l’Inghilterra. Cercando poi di tirare dentro Treviso come terza, come ha proposto ieri Dondi.


Galeotto fu il rugby

luglio 19, 2009

Forse la cosa è passato in sottotono e la riprendo.

Le squadre italiane che entreranno nella Celtic League, il super campionato di rugby di Irlanda, Galles e Scozia dal 2010 saranno i Pretoriani di Roma e gli Aironi di Viadana che giocheranno a Reggio Emilia. Due franchigie composte da diverse squadre.

Ma la notizia è che il Veneto è clamorasomente fuori dal rugby che conta, con Treviso esclusa e la rinuncia da parte dei Dogi (Padova, Venezia, Rovigo).

Ora, se gli Aironi possono essere stati scelti per motivazioni tecniche (una buona squadra:Viadana più altre) è evidente che la scelta di Roma non è stata fatta per scelte tecniche, ma per ragioni politiche. Zaia e Gobbo infatti si lamentanto.

Per carità, errori ne sono state fatti: in Celtic League giocano solo squadre provinciali o franchigie, tanto che anche Treviso aveva promesso di giocare in giro per il Veneto. Ma evidentemente non è bastata.

Politicamente il dato che emerge è che questo, per la Lega veneta, e trevigiana in particolare è un brutto colpo, a giudicare dai commento di questo articolo, che sicuramente rappresentano una parte dell’elettorato leghista della marca trevigiana.


Paragoni

marzo 1, 2009

Dopo la disfatta di ieri la mia domanda è: Mallet come Veltroni? Se ne deve andare subito o dopo le europee, pardon, il 6 nazioni? Io dico che è uguale, anche se non so se Franceschini allena peggio.


La partita della vita?

febbraio 27, 2009

Domani si gioca Scozia Italia, terzo incontro del 6 nazioni 2009. Quella che i giornali definiscono di solito “la partita della vita”. Ovviamente non è così anche se vincere sarebbe sicuramente un ottimo modo per allontanarsi dal cucchiaio di legno (che è vinto da chi arriva ultimo, non da chi perde tutte le partite).

Sono piuttosto fiducioso, ma continuo a non capire alcune scelte di Mallet. Se Marcato gioca di ruolo apertura e McLean gioca estremo, perchè schierare McLean apertura e Marcato estremo? Spero che anche questo non si riveli un esperimento fallimentare come quelli già provati fino a qua. Con Ongaro infortunato e Ghiraldini tallonatore titolare non capisco perchè in panchina non ci sia Festuccia, ma il giovane Sbaraglini. Bene che ci sia un giovane, ma ripeto: è questo il momento di fare esperimenti?

Su Garcia io avrei cercato qualisiasi altro giocatore piuttosto che mettere lui centro. Ma spero di sbagliarmi.

Comunque stanotte ho sognato un gran Pratichetti. Lo so, non è bene che io mi sogni i rugbisti, ma meglio i sogni che gli incubi, suvvia.


E’ l’ora

febbraio 7, 2009

La temperatura si alza leggermente, le giornate di fanno più lunghe e – forse – meno piovose. In, di giorno, si può girare senza guanti. E’ l’ora del 6 nazioni.

Speriamo di cominciare come abbiamo finito l’anno scorso. Di fronte abbiamo un’Inghilterra che pare indebolita come non mai. Wilkinson stranamente è rotto, in infermeria a fargli compagnia c’è Vainikolo e quello che dovevano essere il fenomeni dello scorso 6 nazioni e del futuro, Cipriani, non asrà nemmeno della partita. Poteva scegliere la nazionalità italiana quella volta… ma peggio per lui. Noi abbiamo Marcato.

Ps Ho scommesso sull’Italia (handicap fino a -15), sulla Francia (-3) e sul Galles (+4). Se indovino vinco 30 €. Coi tempi che corrono son soldi, eh. Pronostici?


Commento tecnico

febbraio 4, 2009

Dopo 3 minuti di commento ipertecnico vi consiglio di sentire Alessandro Troncon delirare. Esilarante.