Cambiare idea

ottobre 11, 2009

Avevo una mezza idea di andarmi a vedere Barbarossa, così, senza pretese. I film con battaglie e ricostruzioni storiche, per quanto grossolane, mi divertono. Basta essere preparati al peggio.

Poi però ho visto il trailer di Barbarossa e ho cambiato idea, mi sa che non ce la faccio ad andare a vederlo.


“Nei libri che Lei non ha letto”

settembre 20, 2009

Ieri in tv, (ironia della sorte, su canale 5) davano Ferie d’agosto.  Ferie d’agosto è un film del ’95, che pur nella sua semplicità di commedia leggera, descrive perfettamente la società di allora, e ovviamente, anche di oggi. Certo le figure del film, una famiglia di destra e una famiglia di sinistra, sono caricaturali, tagliate con l’accetta . Ma ormai noi siamo un paese caricaturale e tagliato a metà con l’accetta. Dopo 14 anni nulla è cambiato, anzi. Nel film si spara per gioco a un sengalese che sta mangiando, mentre oggi, nella realtà, sono quasi quotidiani gli attentati ai locali gay.

Ma la scena più vera è quella finale, in cui il sengalese ferito viene mandato via dall’isola con foglio di via. Mi sono ricordato che la prima volta che ho visto il film, anni fa, anche questa scena mi sembrava troppo caricaturale, esagerata. Rivedendo il film ieri mi sono reso conto che quel film parla  molto più della quotidianità di oggi che di quella di 14 anni fa.


A lungo, mi sono coricato di buonora…

gennaio 19, 2009

Anni fa, riguardando insieme a mio fratello I Goonies, avemmo un’illuminazione: il primo piano della scena finale rivelava che il protagonista, Mickey, non era altro che Sean Austin, l’attore che interpreta Samvise Gamgee ne Il signore degli anelli. Tralascio le ovvietà sullo schock di ritrovare qualcuno un paio di decenni dopo il primo incontro: “Se lui durante questo tempo è ingrassato così, pensa come sono ridotto io, ecc.”

Ma niente di tutto questo è paragonabile a quanto il per una volta utilissimo Francesco Costa mi ha rivelato stamattina. Josh Brolin, l’attore che interpreta Bush in W. di Oliver Stone, è, oltre che omonimo dello storico capitano svedese del Parma di Nevio Scala, l’interprete di Brand, il fratello maggiore di Mickey, ne I Goonies. Il bietolone tutto muscoli che si vorrebbe fare la cheerleader, esatto.

È l’invecchiamento artificiale per il cinema, vero? Non sono passati davvero così tanti anni? Vero?


Ogni riferimento è puramente casuale

ottobre 2, 2008

Stamattina mi è venuto in mente un filmone di quelli visti e stravisti, Wall Street, di Oliver Stone, con un magistrale Michael Douglas e la grandiosa coppia Martin e Charlie Sheen, padre e figlio anche nella pellicola. Riassumerlo non serve, l’hanno visto tutti. Ideologico, fazioso e spietato come sa essere Stone. Non solo un quadro sull’amoralità degli anni ’80, ecc., ma un meraviglioso ritratto del capitalismo in sé.

Qualcuno per caso si ricorda quale sia l’oggetto del contendere, tra Douglas e Sheen senior, con Charlie in mezzo a prendere coscienza? Perché così, a memoria, stamattina in autobus, mi pareva che fosse una compagnia aerea in crisi che un imprenditore senza scrupoli voleva comprare per due soldi e poi spezzettare e distruggere cacciando gli operai delle manutenzioni. Sbaglio?


Hitchcock spiega Verga

settembre 19, 2008

Nell’interessante discussione sulla reale natura dei lupini di cui è carica la Provvidenza all’inizio dei Malavoglia (letta con interesse qualche tempo da Akille), il sottoscritto è sempre stato dalla parte dei legumi gialli, perché qualcuno, probabilmente un prof di educazione tecnica delle medie proveniente dal Centro Italia, gli spiegò che i lupini un tempo erano il cibo dei poveri, data la peculiare caratteristica di far calare rapidamente l’appetito.

In ogni caso, non c’è da stupirsi se Verga non lo spiega mai. Lo spiega Alfred Hitchcock: i lupini sono il McGuffin dei Malavoglia.


Altro che Leone d’oro

luglio 17, 2008

Se qualcuno pensava che il massimo livello della cultura cinematografica veneta fosse la mostra del cinema di Venezia, ebbene si sbagliava.

La provincia di Padova ha finalmente deciso di investire sulla cultura dei propri giovani, dando l’opportunità a cineasti in erbe di creare arte utilizzando i potenti mezzi del nuovo secolo.