Ogni riferimento è puramente casuale

Stamattina mi è venuto in mente un filmone di quelli visti e stravisti, Wall Street, di Oliver Stone, con un magistrale Michael Douglas e la grandiosa coppia Martin e Charlie Sheen, padre e figlio anche nella pellicola. Riassumerlo non serve, l’hanno visto tutti. Ideologico, fazioso e spietato come sa essere Stone. Non solo un quadro sull’amoralità degli anni ’80, ecc., ma un meraviglioso ritratto del capitalismo in sé.

Qualcuno per caso si ricorda quale sia l’oggetto del contendere, tra Douglas e Sheen senior, con Charlie in mezzo a prendere coscienza? Perché così, a memoria, stamattina in autobus, mi pareva che fosse una compagnia aerea in crisi che un imprenditore senza scrupoli voleva comprare per due soldi e poi spezzettare e distruggere cacciando gli operai delle manutenzioni. Sbaglio?

8 Responses to Ogni riferimento è puramente casuale

  1. nonallineato ha detto:

    Il film ben disegna spregio dell’etica, cinismo e mancanza di scrupoli.Il finale della scena indica la chiave di ciò che sta accadendo oggi: la liquidità. Dall’errore tremendo di Aln Greenspan al cinismo immorale di intermediari ed operatori finanziari.
    luigi nonallineato

  2. tomate ha detto:

    “ogni riferimento è puramente intenzionale”
    vi invito sul mio nuovo blog d’opinione

  3. Jack Frost ha detto:

    Rompo le scatole: sarà un utile film per il conenuto (avidità umana e capitalismo spietato) ma dal punto di vista filmico, a quanto ricordo, è decisamente scarso. Più che “idelogico, fazioso e spietato”, Stone è spesso qualunquista, trombone e di facile consumo nei contenuti; per imparare a girare meglio i suoi film, sebbene ce ne sia qualcuno che va in controtendenza, dovrebbe cercare di imparare qualcosa dai nobili padri hollywodiani.
    Caro Masaccio, ti risponderei con la “vita è meravigliosa” di Capra, regista che è stato la summa del keynesismo al cinema.

  4. soupe84 ha detto:

    Di Stone cito Comandante e Looking for Fidel

  5. masaccio ha detto:

    Oh, sarà che ognuno ha i commentatori che si merita, ma uno capace di restare al tema del post no, eh?

  6. masaccio ha detto:

    E ora rispondo un po’ al saputello Jack Frost.

    1. “Sarà un utile film per il contenuto ma dal punto di vista filmico è scarso” e poi dici che è “qualunquista, trombone e di facile consumo nei contenuti”. Deciditi. Vuoi critiicare la forma o il contenuto?

    2. Stone, dal mio punto di vista, ha imparato fin troppo dai “nobili padri hollywoodiani”. I film di Capra, soprattutto quello che citi, sono esattamente come descrivi Stone: belli, importanti, gradevoli, ben fatti, di una facilità di consumo inaudita e tromboni e qualunquisti come nient’altro al mondo.

    3. Se Stone, in generale, non mi piace granché, è proprio per la banalità da classicone hollywoodiano che tu vorresti fargli addirittura aumentare. Sai che secondo me i film politici perfetti sono quelli di Loach, perché sanno rendere sempre la complessità delle questioni che affrontano, i nodi della realtà che raccontano. Mentre Stone è piatto, unilaterale e qualunquista, esattamente come Capra, con il buonobuono, il cattivocattivo e il bene che trionfa.

    4. Ma uno che parli di Alitalia invece di fare il criticone non si trova proprio?

  7. Jack Frost ha detto:

    Mi riferivo alla forma, da buon saputello:

    basta dire che Capra faceva i film dei “buoni sentimenti” in un’epoca ben pecisa, ma stilisticamente era impeccabile. Le forma narrativa della “vita è meravigliosa” è precisa, Stone quarantanni dopo risuluta invece meno capace di narrare storie. Anche D’Annunzio era oltre modo retorico, ma che penna!Non si può dire lo stesso di Pittigrilli.

    Su Alitalia aveva ragione il governo Prodi con il suo piano: basta fare un confronto!Vorrei qualcuno del PD lo dicesse questo. Certo Romano voleva metterlo in quel posto a Intesa San Paolo e amici che lo avevano sostenuto e poi affondato… ma questa è un’altra storia.

  8. masaccio ha detto:

    Bon, quindi sul “facile consumo nei contenuti”, Capra è ancora peggio di Stone, siamo d’accordo…
    Poi, per carità, lo faceva “in un’epoca ben precisa”, quindi assolviamo qualsiasi retorica purché sia negli anni ’40, giusto? Bah. Dal mio punto di vista, criticare Stone nel nome di Capra è assurdo. Stessi stilemi, stessa banalità, certo in Capra molto più gradevole e pacificata perché nel cinema classico lo spettatore non deve neanche mai inarcare un sopracciglio, altro che pensare o (bestemmia!) avere di fronte un punto di vista critico.
    Una critica sensata (anche se non del tutto condivisibile, secondo me) potrebbe essere dire che non si può fare film critici usando i meccanismi del cinema classico, come fa Stone, perché vengono fuori polpettoni ideologici. Stone annoia perché somiglia troppo a Capra, non troppo poco.
    Com il vecchio Frank, è americanissimo e individualissimo. Tutte storie personali, tutti meccanismi di relazioni tra uomini, grandi condottieri, il bene e il male. Ripeto: secondo me il film politico è quello con la complessità degli sguardi, con il dibattito, con lo spettatore che si chiede e si richiede chi abbia ragione. Insomma, il solito Ken. Che, infatti, mica è americano…

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