La situazione a Gaza non è ancora tranquilla. Ma mentre si prova a far durare la tregua voglio tornare sull’offensiva del mese scorso.
Spesso le guerre scoppiano per questioni energetiche, non da ultima la guerra in Iraq. E allora perchè non pensare che anche questa guerra possa essere almeno in parte dettata da questioni energetiche, in particolare legate a un giacimento di gas? Qui vi lascio l’articolo di Quale energia. A voi le riflessioni.
Basta che non facciate come Sofri che continua ad affrontare l’argomento Palestina in maniera spocchiosa e dogmatica, riproponendo la solita logica: se non sei d’accordo con la politica del governo israeliano sei per forza un estremista che scende in piazza a bruciare le bandiere.
Complimenti per l’analisi politica.
malingut 
Interessantissimo l’articolo di Quale Energia, ma ritengo siano del tutto campate in aria, ed avulse da qualsiasi contestualizzazione storico-politica, le argomentazioni che sostengano che la guerra di dicembre-gennaio abbia un fondamento energetico.
Neppure il controllo del Territorio di Gaza, che è nato e si è costituito decenni prima della scoperta del giacimento, ha ragioni energetiche. Né per gli israeliani, e né (a maggior ragione) per i palestinesi che attualmente non dispongono delle risorse tecnologiche e dell’autorità politica per sfruttare quella riserva.
Si probabilmente le cause della guerra non sono queste, ma ritengo più che probabile che nella pianificazione della guerra Israele abbia considerato a fondo anche questo fattore.